Cosa propone oggi lo chef? Lamentele e autopromozione. Meglio di così...
È inutile, non riesco a scrivere un post che mi sembri accettabile. Questo è il quarto che inizio con vari gradi di convinzione, e sospetto che farà la fine degli altri. Credo di avere capito dove origina il problema: mi sto sforzando di andare oltre me stessa per offrirvi qualcosa di utile, ma al momento questo “oltre” non esiste, e anche il “me stessa” vaga tra le nebbie. C'è da meravigliarsi se i miei sforzi suonano poco credibili? Del resto questo blog è nato da due idee combinate: farmi conoscere ed essere d’aiuto a chi scrive. Combinate, sottolineo. Parlare semplicemente di me non è mai rientrato nei presupposti. Anche se c’è chi lo fa, in modo piacevole e originale.
Ma il tempo passa, e i presupposti sono fatti apposta per essere messi in discussione. C’è ancora qualcuno cui interessano gli articoli sugli aspetti tecnici della scrittura? Anni fa, molti erano convinti che scrivere fosse un lieto viaggio sulle ali dell’ispirazione, riservato ai talentuosi. Che anche lo studio potesse avere un ruolo nell’arte scrittoria era quasi un’idea sacrilega. Mi sembra che questo concetto un po’ distorto della scrittura si sia modificato nel corso del tempo… ma sarà davvero così? Mi rendo conto di essermi abituata a ricevere commenti – più o meno assidui – sempre dalle stesse persone, che inconsciamente ho interiorizzato come “i lettori del blog”. Queste persone si dà il caso che scrivano tutte da anni; difficilmente potrò aggiungere qualcosa di utile al loro bagaglio di conoscenze. Ci sono anche i lettori silenti, però. Sarebbe interessante ascoltare la loro opinione, ma siccome sono silenti, il punto interrogativo sembra destinato a rimanere tale.
Ma il tempo passa, e i presupposti sono fatti apposta per essere messi in discussione. C’è ancora qualcuno cui interessano gli articoli sugli aspetti tecnici della scrittura? Anni fa, molti erano convinti che scrivere fosse un lieto viaggio sulle ali dell’ispirazione, riservato ai talentuosi. Che anche lo studio potesse avere un ruolo nell’arte scrittoria era quasi un’idea sacrilega. Mi sembra che questo concetto un po’ distorto della scrittura si sia modificato nel corso del tempo… ma sarà davvero così? Mi rendo conto di essermi abituata a ricevere commenti – più o meno assidui – sempre dalle stesse persone, che inconsciamente ho interiorizzato come “i lettori del blog”. Queste persone si dà il caso che scrivano tutte da anni; difficilmente potrò aggiungere qualcosa di utile al loro bagaglio di conoscenze. Ci sono anche i lettori silenti, però. Sarebbe interessante ascoltare la loro opinione, ma siccome sono silenti, il punto interrogativo sembra destinato a rimanere tale.
E io, ho ancora voglia di parlare di tecniche narrative & co.? Soprattutto, ha senso parlare di passione per la scrittura in periodi come questo, in cui volentieri la sostituirei con il gioco delle bocce? Eh sì, è così: al momento passo gran parte del tempo a oppormi a ciò che devo fare, dal pagare le tasse al pulire il pavimento, mugugnando tra me che “se solo non avessi tanto da fare”, a quest’ora avrei scritto, fatto, detto… cosa? Bugia bugia! Non sto combinando niente perché sono scarica come una batteria cinese lasciata per un anno nel cassetto. Così è. Al momento è la confusione a regnare sovrana, e nella confusione non si realizza niente. Non subito, almeno. Perché in realtà non sempre i periodi percepiti come negativi sono sterili, così come non sempre i periodi all’apparenza attivissimi fanno avanzare. Non potermi nemmeno fidare della percezione che ho delle cose è scomodo, ma anche stranamente confortante. C’è qualcuno in cabina di pilotaggio, e non sono io…
Forse dovrei soltanto permettermi di essere me stessa in modo più istintivo, e per un po’ abdicare ai miei costanti cambiamenti di rotta interiori, che ogni tanto la rotta me la fanno perdere del tutto. Voglio fare mia la serenità mostrata da Silvia Pillin nell’intervista a Maria Teresa Steri: “Per quanto riguarda i progetti futuri, al momento non ce ne sono.” Perché no? Mica siamo animali da lavoro. L’ipotesi di darmi alle bocce si fa strada…
Ora capite come mai non riesco a scrivere un post decente? Perché dopo due righe inizia la lagna! Ogni tentativo si è tradotto in ruminamenti vari sul passato, sulle tappe, su quanto di utile se ne può trarre… ma che palle! Eppure, anche se non vi voglio male, credo che pubblicherò ugualmente questo post. In fondo questo è il mio momento personale, e sarebbe vigliacco – oltre che impossibile, alla prova dei fatti – parlare d’altro. Vi resta sempre la libertà di cambiare pagina web…
MA
In questo quadro poco esaltante, mentre arranco per uscire dalle mie paludi, cosa succede? Persone meravigliose mi fanno regali.
Patricia Moll, non paga di avere pubblicato sul suo blog Myrtilla’s House una recensione coi fiocchi di Cercando Goran, mi nomina come "blogger conosciuto da poco" per il Friendship Blogger Award.
Elena Ferro, la nostra Volpe che cammina sul ghiaccio, dedica al mio romanzo non solo un post, ma anche un'emozionante videorecensione.
Ultima, fresca fresca, arriva la bella recensione di Emma Neri sul blog Opinioni Librose.
Senza dimenticare che il blog Art Over Covers, nella persona (gentilissima) di Sara “Shifter” Pellucchi, ha accettato di inserire tra le sue copertine quella di Cercando Goran.
Che dire? Grazie! Non si diventa mai impermeabili alle critiche, ma nemmeno ai complimenti, per fortuna; e quando tutto mi sembra insensato, regali di questo genere mi strappano un sorriso e mi lasciano la sensazione che il cambiamento possa essere dietro l’angolo.
Visto che ormai l’ipotesi di offrirvi qualcosa di interessante è evaporata, vi propongo invece un nuovo, brevissimo estratto da Cercando Goran, seguito dai consueti bollettini.
La voce di Roversi svanì di colpo dalla consapevolezza di Cassandra. I suoi occhi erano puntati sulla schiena dell’uomo che aveva appena visto transitare sul marciapiedi, le mani sprofondate nelle tasche, la sciarpa verde avvolta intorno al collo. Camminava assorto, all’apparenza senza badare alla confusione del mercatino, ma fu proprio lì che svoltò, inoltrandosi tra le bancarelle. Cassandra scese dall’auto e lo rincorse, ignorando il vociare alle sue spalle. Era Goran. L’andatura, i capelli eternamente scompigliati, la sciarpa… era lui, non c'erano dubbi.
(e-book e cartaceo)
oppure
leggi gratis con Kindle Unlimited
BOLLETTINO DELLO SCRITTORE: Encefalogramma piatto.
BOLLETTINO DEL LETTORE: Sto leggendo, oltre a spizzichi sparsi di questo e di quello, il secondo volume della saga di Outlander, Dragonfly in Amber (L'amuleto d'ambra). In qualche modo pare essere l'unica lettura capace di farmi restare sveglia fino a tardi la sera. Come faccia la Gabaldon a sfornare tomi da mille pagine mantenendo questo livello qualitativo, davvero non lo so. Letteratura commerciale, senza dubbio, ma che bella storia, e che brava autrice!